Il lockdown del traduttore (e qualche consiglio per superarlo alla grande)

Cosa fa un traduttore in lockdown?

A volte mi soffermo a pensare a quanto possa essere cambiata la vita di un traduttore da un anno a questa parte.

In fondo, un traduttore sapeva già perfettamente cosa significasse lavorare in smartworking.

Aveva già un portatile a casa adeguatamente impostato per continuare la sua professione nella tranquillità delle sue quattro mura.

Conosceva già molte applicazioni per fare videochiamate (le cosiddette call, così tanto di moda oggigiorno) tipo Zoom, Skype, Team, Google Meet, Discord, e quant’altro.

Aveva già tutto ben programmato in Google Calendar, tra orari, appuntamenti virtuali, consegne da rileggere o commesse da inviare.

Il proprio profilo LinkedIn era già più o meno aggiornato.

Quindi, cosa è davvero cambiato nella vita di un traduttore?

LE GIORNATE LAVORATIVE NON FINISCONO MAI… AI… AI…

Se il traduttore ha impiegato anni per imparare a organizzare il suo lavoro (ehm…), adesso sembra essersi resettato tutto quanto.

Si alza la mattina presto, i più bravi fanno qualche esercizio per iniziare al meglio la giornata, beve un espresso veloce, e accende il PC.

Una volta acceso, il computer non si spegne più.

  • Appuntamento su Zoom alle 10:00 per quel corso di inglese
  • Consulenza con quel cliente per il progetto di traduzione alle ore 12:00
  • Traduzioni varie ed eventuali, corte o lunghe
  • Un pranzo al volo in cucina, giusto per cambiare un po’ d’aria
  • Ritorno al computer alle 12:30 per una revisione di 1000 parole
  • Preparazione di un preventivo per testi su dispositivi di sicurezza/vaccinazioni di massa/vendite di prodotti online perché ormai c’è tutto chiuso
  • Corso online per approfondire il discorso sul SEO per il sito
  • Corso online per la stesura di contenuti digitali
  • Corso per preparare il lievito madre
  • Aperitivo con gli amici (ovviamente su Zoom)
  • …e così fino a orari indeterminati

Questa potrebbe essere una tranquilla giornata lavorativa per un traduttore in lockdown, in cui lavoro, vita sociale, aggiornamenti professionali, corsi di lingua impartiti e ricevuti si uniscono in un unico blocco, pesante, gravoso, impegnativo.

Ehi, ma mica vorrai lasciarti abbattere così, giusto? Dopo anni di allenamento duro a polsi, mani, dita, gomiti, braccia, occhi e penne morsicate, abbiamo la corazza giusta per affrontare il distanziamento sociale in modo giusto ed equilibrato.

Se le palestre sono chiuse, iscriviti a un corso di pilates da praticare in casa

Io andavo spesso in palestra, e una delle attività che più mi mancano è proprio questa.

Lo so, lo so, bisogna iscriversi a corsi online, e siamo un po’ tutti stanchi di ‘sta roba.

Però credimi, è davvero meglio di non fare niente.

Non ti piace il pilates? Prova lo yoga, a me ha davvero aiutato. Si possono trovare cose molto interessanti (sempre sul web), che aiutano a mantenere la calma, placare l’ansia e affrontare il momento con la testa giusta.

Ti do un consiglio: consulta la pagina Facebook di Yoga con Denise.

Chiama qualche amico, tutti i giorni

Siamo distanziati fisicamente, ma gli amici e i parenti ci sono. Basta alzare il telefono (o organizzare un incontro su un’applicazione per videochiamate) e parlare un po’. L’unico accorgimento: parlare solo di cose positive, per quanto possibile!

Mai come adesso è stato così importante apprezzare le piccole cose di tutti i giorni, come ad esempio essere in salute, aver letto quel libro che ci guardava dritto negli occhi da così tanti anni, avere fatto la pizza con il lievito madre o avere acquistato un vestito nuovo da indossare subito dopo la fine di questo ultimo (si spera) lockdown.

Fatti una bella passeggiata

Indossa le tue scarpe da ginnastica, la mascherina, un paio di cuffie, scegli la tua radio preferita su Spotify ed esci di casa.

Io ad esempio vado tutti i giorni a fare delle belle passeggiate in montagna. Mi piacerebbe tanto condividere questi momenti con qualche amico, ma fidati, fa tanto bene anche sgranchirsi le gambe da soli.

Il verde rigenera mente e corpo (soprattutto gli occhi), ed è un vero toccasana per tornare in equilibrio.

Fatti una bella passeggiata, di mercoledì

Non aspettare il fine settimana. Se ne senti il bisogno, esci. Adesso, ora, in questo momento.

Una delle cose più belle del nostro lavoro è potersi organizzare per ritagliarsi degli attimi di libertà, anche al di fuori de fine settimana. Allora approfittane.

Regalarsi dei momenti per rigenerarsi è essenziale per noi stessi, ma anche per lavorare meglio.

Quindi, coraggio: metti la borraccia in valigia, un asciugamano per sederti su un prato e vai.

Poi raccontami come ti senti.

I lunedì

Chi ben comincia…

I lunedì sono fatti per iniziare la palestra, la dieta, andare a camminare 20 minuti e bere 2 litri d’acqua al giorno.

I lunedì sono un po’ come un inizio anno che si ripete ogni settimana. Una nuova possibilità per iniziare qualcosa che avevamo rimandato per troppo tempo.

Ed eccomi qui, con tutti i miei buoni propositi per un nuovo inizio. Potevo scegliere il 1º gennaio, ma sarebbe stato troppo scontato. Lunedì 18 gennaio 2021. Il giorno perfetto per riaprire la copertina e continuare a condividere con te la mia vita da traduttrice freelance.

Mi piacerebbe iniziare parlando dell’ultimo anno passato, L’ANNO DEL COVID-19.

Non è stato di certo un periodo facile, ed è difficile osservarlo dal punto di vista tipo bicchiere-mezzo-pieno, ma forse di qualcosa possiamo fare tesoro.

Il mio proposito di oggi è proprio quello di iniziare con un racconto positivo per tutti, freelance, traduttori, copywriter, dipendenti statali, aziendali, disoccupati. Tutti-tutti.

Perché non è mai troppo tardi per rimettersi in gioco 🙂

Cose bellissime del 2020 che non avrei mai fatto senza lockdown

Lo studio

Dopo più di 10 anni di professione, un errore fatale è stato quello di pensare che ormai la formazione non mi serviva più.

Così, nei mesi più difficili e in cui il lavoro scarseggiava, decisi che, oltre alla traduzione, avrei iniziato a studiare anche copywriting.

Ho fatto delle ricerche su Internet, ho letto articoli, recensioni, profili di colleghi su LinkedIn, fino a trovare il blog di Pennamontata, che offriva corsi di copywriting on-line. Mi sono letta qualche articolo, e senza pensarci troppo mi sono iscritta a uno dei loro corsi. Beh, devo dire che è stata una scoperta davvero piacevole.

I corsi sono davvero tostissimi, ma vale la pena provarci, anche solo per rivivere le sensazioni provate all’università (ahimè… quanti anni son passati).

Quindi, se sei interessato a espandere i tuoi orizzonti, ti consiglio di farci un pensierino e di metterti alla prova. Chissà, magari scopri di essere un pubblicitario nato 😉

Lo yoga

Mai e poi mai mi sarei immaginata di mettermi SUL SERIO a fare yoga.

No, non sono io questa.
La prossima volta però ne posto una con me nella posizione del cane a testa in giù, promesso 😛

Bellissimo. Una roba davvero assurda (come si direbbe a un amico per telefono). Difficile, eh, soprattutto la parte di meditazione e quelle asana che ti fanno arrivare il sangue al cervello dopo 5 secondi.

Ho seguito le lezioni di Denise Dellagiacoma, incontrata per caso su Facebook. Anche lei, una scoperta davvero molto gradevole.

Raccomando a chiunque sia costretto in casa per lavoro, lockdown, COVID-19, bambini, traduttori, mariti o mogli gelose, di stirarsi bene a fine giornata con questa disciplina, per calmare mente e corpo. Lo consiglio soprattutto per quelle giornate un po’ più da bicchiere-mezzo-vuoto, con troppo lavoro e senza molte attività di svago in cui potersi sfogare.

Vedrai, una volta provata, sarà una sorpresa a cui difficilmente potrai fare a meno.

I libri

E poi last but not least: libri, libri e ancora libri.

Ecco qua i miei TOP-5

In ordine di apparizione:

  1. Testi che parlano. Il tono di voce nei testi aziendali – Valentina Falcinelli
  2. Il cervello creativo Neil Pavitt
  3. L’Ickabog – J.K. Rowling
  4. Brand language tone of voice by Wordtree way – Liz Doig
  5. La grammatica della fantasia – Gianni Rodari
  1. Testi che parlano. Il tono di voce nei testi aziendali di Valentina Falcinelli è un manuale alla scoperta del tono di voce davvero molto interessante. È pieno di esempi, esercitazioni e spiegazioni che aiutano a capire cosa sia questa disciplina che sta prendendo sempre più piede anche in Italia. Se ti interessa il mondo del copy, è un libro da avere per forza sullo scaffale dello studio. Voto: 9/10
  2. Il cervello creativo di Neil Pavitt si compone di 45 consigli da mettere in pratica per sviluppare la creatività. Parla di “agire e smettere di lagnarsi”, di “guardare le cose in modo diverso”, di “vedere il bicchiere mezzo pieno” e di creare una “lista delle cose fatte” invece di un elenco delle cose ancora da fare. Davvero utile per cambiare il proprio punto di vista ed essere più creativi sul lavoro. Voto 9/10
  3. Beh, che dire. L’Ickabog è stato come un fulmine a ciel sereno. Immagina di essere all’Esselunga, cercando di ricordare la lista della spesa che ovviamente hai lasciato a casa, con già mezzo carrello pieno di cose inutili, ti giri e vedi L’ULTIMO LIBRO DELLA ROWLING CHE NON SAPEVI NEANCHE STESSE SCRIVENDO. È LÌ, SULLO SCAFFALE, CHE TI GUARDA. Non potevo credere ai miei occhi. Pensai subito che ci fosse un errore, e invece no. Era proprio là. L’ultimo volume della mia amata J.K. Da quel momento il mio carrello era al completo. Via subito in cassa e di filata a casa per leggerlo tutto d’un fiato. Voto: 10/10.
  4. Brand language tone of voice by Wordtree way di Liz Doig l’ho scoperto per caso navigando nello store del mio Kindle. Stavo cercando materiale sul copywriting e ho trovato questo volume. In lingua inglese, è davvero molto interessante. Anche qui si propongono molti esempi ed esercitazioni. Da leggere più e più volte per imparare e mettere in pratica questa interessante disciplina. Voto: 10/10
  5. E infine lui, Gianni Rodari. La grammatica della fantasia è un viaggio nell’arte di inventare storie spiegato da un narratore esperto in materia. Adoro quando dice che nelle scuole, oltre alla matematica, alla geografia, alla storia e all’italiano, si dovrebbe insegnare anche la fantastica come materia. Non sarebbe fantastico? Voto: 9/10

Namastè, ehm, grazie.

Ed ecco che il mio lunedì è giunto al termine 🙂

Ti ringrazio davvero tanto per essere arrivato fin qui, e ti aspetto nel mio prossimo articolo.

Intanto, aggiorno la lista delle cose di lunedì 18 gennaio 2021:

– Scrivere sul blog.

Fatto 😉

Un percorso lungo e tortuoso. Ma possibile e bellissimo

Da quanto tempo lavoro? Non da molto. Ah, da quanto tempo sono traduttrice! Da 10 anni suonati. Scusate, ma questo mestiere per me non è proprio un lavoro… Fortunata? Un po’ sì, perché negarlo, ma la strada non è stata sempre facile. Io ai gratta e vinci non ci credo proprio e penso che uno la fortuna se la debba fare un po’ da sé. Per questo ho deciso di andare avanti. E con “andare avanti” mi riferisco a portare a un altro livello il mio lavoro. È possibile? Ma certo! Come? Continuate a leggere… e scoprirete la magia!

2009 – Lingue e Letterature Straniere presso l’Università degli Studi disalomoneFB Firenze. Un capitolo felice che si conclude nella mia amata Toscana

Dopo una discussione della tesi alquanto combattuta, è l’ora di indossare la corona di alloro, fare le valigie e ripartire per la mia Siviglia. Ancora la traduzione non è nei miei progetti, ma il mio desiderio di diventare interprete si fa sentire sempre più…

download (1)2010 – Traducción e Interpretación presso la Universidad de Córdoba. Il sogno che si avvera

Un po’ per caso, un po’ per conoscenze acquisite, scopro che anche in Andalusia ci sono scuole validissime per diventare traduttori e interpreti; e io chiaramente mi ci fiondo a capofitto. Dopo traduzioni di pagelle, diplomi e quant’altro, inizio il mio incredibile percorso nella Universidad de Córdoba, in cui compagni e professori mi aiutano a diventare la persona e la professionista che sono. Non ci sono parole per descrivere questa esperienza. Potessi tornare indietro nel tempo, la rifarei 1001 volte.

2012 – Si torna a casa. E inizia l’avventura.

Adesso si inizia per davvero. Tra il 2012 e il 2013 decido di aprire la mia partita IVA in Italia e parto come un razzo. Cioè, con la voglia di partire come un razzo, anche se di tempo un po’ ce n’è voluto per farmi spazio nel mondo virtuale della traduzione. Quanto tempo è stato necessario? Beh, io direi un annetto… Ma sì, anche se dopo pochi mesi ero già in pista. E che pista!

2019 – L’avventura continua. Ma… qualcuno ha detto agenzia?

72a8665c8f3820708d971b761e6b0490_origNella vita non bisogna accontentarsi mai. O forse sì, a volte, ma per adesso no. Quindi gambe in spalla e via con altri progetti grandiosi! Come ad esempio cercare validi collaboratori per espandere il proprio mestiere. Sì, signori: ho deciso di aprire la mia agenzia. Dopo anni di esperienza, la giusta strumentazione, compagni giusti su cui contare (tra cui un marito molto paziente) e altri professionisti innamorati del loro lavoro come me, credo che si possa fare.

SoundTrad: il sogno che si avvera

Ebbene sì: SoundTrad è il mio primo, grande progetto di traduzione. Come andrà? E chi può saperlo. Per adesso so solo che sono elettrizzata e contenta di questa lunga decisione finalmente presa. Il sito Internet?logo_soundtrad

Like-Us-on-Facebook

 Ovviamente è già attivo: www.soundtrad.com, insieme alla sua pagina Facebook: https://www.facebook.com/SoundTrad/?ref=bookmarks, in cui invito tutti a mettere un grande e grosso Mi Piace!

Probabilmente molti di voi si staranno chiedendo: “Ma come diavolo le è saltato in mente di intraprendere un percorso così complicato”, “Ma è matta? Già c’è la crisi, non le bastano le ipermegatasse della libera professione?”, “Ma come si fa? Da dove si comincia?”.

Ecco, alle prime domande non saprei proprio cosa dire, perché è vero, a volte mi viene da dire: “Ma chi cavolo me lo ha fatto fare? Stavo così bene prima…”; tuttavia all’ultima, potrei dare delle brevi delucidazioni.

Aprire un’agenzia di traduzioni. Roba da visionari o da piccoli imprenditori?

Ecco a voi la to-do list che ho seguito per iniziare:

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L’idea: basta, voglio crescere. Prima di tutto bisogna volerlo, poi studiare bene tutti i passaggi e solo alla fine lanciarsi.

Lo studio: scaricatevi video, libri, consultate blog, post, pagine dedicate per traduttori, e chi più ne ha più ne metta per farvi un’idea di cosa voglia dire intraprendere un percorso del genere.

L’analisi: posso davvero lanciarmi? Conosco i software di traduzione e i programmi di supporto? Qual è la mia conoscenza del PC? Devo forse seguire prima dei corsi? Com’è messo il mio portafoglio clienti? E i collaboratori?

La ricerca dei collaboratori: è forse una delle fasi download

iniziali più difficili, perché stancante e dalla difficile organizzazione. Non basta contattare professionisti qua e là e annotare la loro mail su un foglio di carta: bisogna creare data base, mettere bene per iscritto le loro tariffe, archiviare il loro curriculum, appuntarci se utilizzano qualche software di traduzione assistita oppure no, e qualsiasi altra informazione utile sul loro profilo.

La ricerca dei clienti: se non avete chi può farlo per voi, dovete tirarvi su le maniche e mettervi a contattare chiunque potrebbe avere necessità dei vostri servizi. C’è qualche fiera nei dintorni che potrebbe fare al caso vostro? Andateci. L’amico di papà ha uno studio di web designer e potrebbe avere bisogno di traduzioni? Contattatelo. Si inizia così, a poco a poco, poi il flusso di lavoro prenderà la giusta direzione (e portata!).

Il sito Internet: beh, che dire. È il nostro biglietto da visita, quindi è imperativo investire un po’ per la nostra immagine. Non perdete tempo a farlo voi: ognuno deve svolgere il proprio lavoro (non ci accaniamo forse contro tutti quelli che si-traducono-da-sé con il magico Google Translator? Ecco. Non facciamo lo stesso errore noi!).

I social network: non usiamoli solo per raccontare ai quattro venti il bel viaggio che ci siamo fatti a gennaio alle Maldive… Sfruttiamoli per farci pubblicità e raccontare al mondo quanto siamo bravi e professionali! Non funziona più di tanto? Provare per credere 😉

Il marketing online: abbiamo fatto 30, non possiamo non fare 31. Bisogna investire nel marketing online, il nostro vero e proprio negozio. I prezzi? I più dispari. Dipende tutto da quanto vogliamo essere visibili.

La formazione continua: un traduttore non può smettere di studiare e di formarsi. Traduzione e tecnologia vanno a braccetto e quest’ultima evolve e si trasforma giorno dopo giorno come un fiume in piena. Quindi “corsi, venite a me!”.

…Un po’ di meritato riposo! Si sa, nella vita del traduttore, la parola “riposo” non è molto presente nel dizionario, ma non dimentichiamoci di staccare gli occhi dallo

dormo

schermo ogni tanto, di uscire all’aria aperta e di dare un bacio a nostro marito, moglie e figli! Scontato? Nah, più che comune per noi traduttori! Quindi, dopo aver consegnato le ultime traduzioni, ricontrollato la nostra pagina Facebook, aggiornato il nostro profilo LinkedIn, ridato una controllata al sito appena sfornato, scaricato l’ultimo aggiornamento del nostro software di traduzione, è l’ora di prenderci una meritatissima pausa e di andarci a mangiare una pizza, da bravi italiani!

Dubbi o domande? Immagino di sì… Ma non preoccupatevi! Sono all’ordine del giorno per chi fa il nostro mestiere.

Un saluto a tutti!

Piccoli consigli su come iniziare l’attività di traduttore e interprete freelance. (No, non è un’impresa impossibile…)

Versión española

Il 2013 è stato un anno incredibile.

Appena finita l’università pensavo fosse praticamente impossibile diventare una traduttrice freelance senza l’aiuto di nessuno. E invece non è stato così.

Bè, non posso dire che non si siano presentati alcuni problemini riguardo all’apprendimento di programmi di memorie di traduzione, allo scovare nuovi clienti, al farsi pubblicità (io mi ritengo una pessima commerciale, soprattutto a livello personale!), al capire il funzionamento delle associazioni di traduttori e interpreti, allo studio di determinati temi di interpretariato. Ma quanta soddisfazione alla fine…

Indubbiamente è stato fondamentale l’aiuto di alcuni colleghi che mi hanno indicato la giusta via per poter iniziare alla grande un’attività così particolare come questa, fornendomi a suo tempo degli ottimi consigli per scovare nuovi clienti e farsi conoscere. Ed è quello che ho intenzione di fare io con questo articolo: gettare un po’ di luce sulla via di quei futuri traduttori che non sanno molto bene da che parte iniziare.

Ma bando alle ciance adesso, e cominciamo dall’ABC, dal giorno in cui realmente presi la decisione di diventare una traduttrice e interprete professionale dopo aver terminato il corso di studi in Traduzione e Interpretazione.

Scaletta del traduttore rookie:

  1. Fare un bel respiro, accendere il computer e aprire un programma per redazione di testi. Dopodiché ripensare a tutte le nostre migliori caratteristiche, sia a livello professionale che accademico, e preparare un buon curriculum vitae, evitando di redigere papiri lunghi 10 pagine o più. L’ideale sarebbe riuscire a raccogliere tutte le informazioni in una singola pagina, affinché il cliente possa vedere in un colpo d’occhio tutte le nostre esperienze e competenze senza perdersi neanche una virgola. Sconsiglio caldamente l’uso del template di Europass, poco leggibile e per niente chiaro, con troppe informazioni -a parer mio- innecessarie che distolgono l’attenzione dai punti più salienti della nostra carriera professionale e accademica. Nella prima pagina mettere bene in risalto che tipo di servizio stiamo offrendo (scrivere a lettere cubitali le parole: “traduttore” e/o “interprete”) e le nostre capacità informatiche, fondamentali per questa professione apparentemente tanto umanistica. Iniziare sempre dall’ultimo lavoro svolto sino ad arrivare alle prime ma non meno importanti esperienze professionali, aggiungere un bel paragrafo delle nostre esperienze accademiche e terminare con una bella nota sul trattamento dei dati personali. Una volta preparato un buon curriculum…
  2. Iscriversi ad associazioni nazionali di traduttori e interpreti (solo per professionali laureati o professionisti che appartengono al settore già da molti anni) e a siti specializzati per traduttori e interpreti. A volte vale realmente la pena investire un po’ del nostro tempo e denaro in queste piattaforme, dove si possono incontrare buoni colleghi e clienti interessanti, nonché offerte di lavoro tutti i giorni.
  3. Crearsi un bel biglietto da visita e una brochure, nel caso si voglia fare del sano marketing aziendale. È sconsigliabile inviare il nostro curriculum alle aziende se vogliamo proporre la nostra collaborazione professionale. Bisogna ricordarci che non stiamo cercando lavoro ma clienti! Ci sono siti internet economici ma allo stesso tempo molto seri per stampare i documenti, come ad esempio Vistaprint, assolutamente raccomandabile.
  4. Dedicare ore, giorni, mesi alla ricerca di clienti. Molte volte viene voglia di gettare la spugna dopo pochi tentativi, ma in questo tipo di lavoro (così come in tutte le professioni freelance) è necessario investire molte ore -ahimè- non retribuite per raggiungere un portafoglio di clienti sufficientemente ampio per poter “arrivare alla fine del mese” senza troppo complicazioni.
  5. Continuare ad aggiornarsi e partecipare a conferenze relative al mondo della traduzione. Purtroppo molte volte non riusciamo a trovare il tempo per questo tipo di attività, ma è davvero molto importante per conoscere nuovi colleghi (il nostro lavoro non è così solitario!) e offrire nuovi stimoli alla nostra attività. Devo mettermi anch’io nel gruppo di professionisti che non è stato in grado di partecipare a molte riunioni tra traduttori nel 2013… Ma uno dei miei buoni propositi di quest’anno è proprio questo! Partecipare a moltissimi congressi e aggiornarmi sempre di più! 😀
  6. Conoscere molto bene il proprio computer, la web 2.0 e i programmi di traduzione assistita sono must imprescindibili per ottenere buoni risultati. Il mondo dell’informatica non smette mai di aggiornarsi e di creare nuove risorse, e questo vale anche per l’informatica della traduzione. L’esperienza sin’ora mi ha insegnato che in questa professione se non si amano i computer c’è poca speranza di sopravvivenza. Con questo non voglio dire che sia indispensabile iscriversi a un corso per programmatori e diplomarsi a pieni voti, ma nel nostro lavoro siamo pressoché soli, e quando si presenta un problema non possiamo ruotare la poltrona e chiedere al nostro collega seduto di fianco. Al massimo possiamo cercare nella web per trovare risposte soddisfacenti date da altri professionisti nostri colleghi, ma se non sappiamo cercare realmente bene, Google non ci aiuterà, questo è garantito. È quindi un circolo vizioso, la cui via d’uscita è solo la conoscenza approfondita dei nostri mezzi di lavoro. Di recente mi si è presentato un problema nel nuovissimo Trados 2014 che non riuscivo a risolvere; non fui in grado di trovare nessuna soluzione neanche in internet e per questo lo descriverò in questo link, dimodoché nessuno dovrà più passare dei brutti quarti d’ora prima della consegna di un progetto di traduzione.
  7. Continuare a inviare curriculum, a prescindere dal numero di clienti che siamo riusciti a raggiungere nell’arco di un determinato periodo di tempo. I clienti possono arrivare e andarsene con la medesima facilità e non sempre abbiamo la certezza di lavorare con loro per l’eternità. Per questo motivo un professionista freelance deve coprirsi le spalle senza gridar vittoria troppo facilmente. La promozione dev’essere costante, è la nostra unica chiave di successo per assodare una buona attività produttiva.

Quindi perseveranza e passione per questa professione sono due tra le caratteristiche più importanti per sfondare nella carriera. Senza di esse sarà molto difficile poter percorrere il cammino del traduttore/interprete freelance e avere successo.

È duro, i risultati purtroppo non si vedono immediatamente, non esistono “buste paga” a fine mese sicure e garantite ma la soddisfazione è grande.

Quindi per tutti gli appassionati di lingue straniere e computer, il mio consiglio spassionato è di provarci e toccare con mano se realmente, per voi, ne vale la pena.

Buon 2014! 😀